Al Liceo Classico Gioberti di Torino, in chiusura del consiglio di classe della scorsa settimana, una docente di lunga esperienza si è alzata in piedi è ha confessato di essere profondamente offesa, indignata e irritata per la vicenda Ruby. Come donna, come cittadina e come essere umano.
Il professore di latino e greco, giovane insegnante del sud, di quelli che hanno la cultura e la storia della nostra Italia nel sangue, come solo alcuni studiosi del sud sanno avere, ricordando per alcuni aspetti quel Principe Frabrizio Salina di gattopardiana memoria, aristocratico colto e con visioni tutt'altro che limitate, dicevo, questo professore si è associato allo sdegno, dichiarando di vergognarsi della situazione nella quale il nostro capo di stato ci ha ridotto.
E' la prima volta che sento pronunciare questi giudizi dal corpo docenti del Gioberti in cinque anni, non hanno mai espresso pareri o giudizi "politici", mai.
Ma evidentemente qualcosa si è rotto.
E quindi, se non ora, quando?
Il mio invito è quello di partecipare domenica 13 febbraio alla manifestazione che avrà luogo a partire dalle 14,30 in piazza San Carlo.
Uomini e donne, se non è questo il momento di esprimere la nostra indignazione, la nostra dissociazione dall'operato di questo primo ministro, quando lo sarà? Facciamo in modo che non sia troppo tardi, il conflitto istituzionale che si sta consumando in questi giorni è un evento pericoloso per la sicurezza del nostro paese, in questo momento siamo deboli istituzionalmente, economicamente e abbiamo una società la cui morale è stata formata a botte di ragazzine svestite, vincite milionarie con giochi televisivi da imbecilli, telefilm edulcorati, partite sportive truccate.
Signori miei, se non ora quando?