italo
iscritto: 07/09
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So che su questo sito viene frequentato da menti use a ragionare; individui sensibili e disponibili al confronto e che non risponderanno volgarmente a questo intervento. Ci sono anche persone che hanno fatto studi politici, che spero risponderanno illuminando questo dibattito.
Voglio parlare di destra e sinistra.
Chi scrive è una persona schierata: il mio sangue è rosso e il mio cuore batte a sinistra (perdonatemi la citazione: Piero Pelù).
Vorrei con chi ha la pazienza di leggere le mie ragioni avere un confronto per imparare qualcosa di nuovo. Vorrei imparare perché mi sento eccessivamente parziale.
Perché il confronto abbia una logica sgombriamo il campo: mi riferisco alle categorie di destra e sinistra come categorie storico-filosofiche, non alle loro pseudo incarnazioni; giudicare la sinistra in base a Stalin o la destra in base ad Hitler è un gioco a cui subito rinuncio; altrettanto rinuncio al confronto in base alle incarnazioni attuali, o passate, delle due categorie in Italia; pure volentieri porterei avanti il dibattito in separata sede.
Non penso di poter parlare con chi idolatra il mausoleo della piazza rossa nè con chi mostra il busto del duce sul comò di casa: mi sale il vomito e mi ricorda che la mia apertura culturale ha grandi limiti. Mai vorrei avere rapporti, né essere amministrato, da chi giustifica l'imposizione violenta del pensiero che questi simboli testimoniano.
Sgombrato il campo, riportata un po' di serenità, possiamo partire con Bobbio (caro) e pensare alla corrispondenza con le polarità Libertà – Uguaglianza corrispondenti a quelle destra – sinistra.
A destra il pensiero che le persone devono essere libere di potersi esprimere in tutte le loro potenzialità; a sinistra il pensiero che le persone sono uguali in diritti e doveri. A destra capitalismo (il capitalista si esprime e genera benessere per tutti), a sinistra socialismo (lo stato sociale si esprime e genera il benessere per tutti).
A destra: non siamo tutti uguali, gli immigrati si guadagnino in patria il benessere che noi ci siamo duramente e liberamente conquistati con il nostro sudore.
A sinistra: siamo tutti figli di questo mondo, condividiamo gli sforzi che abbiamo fatto con chiunque voglia, in buona volontà, collaborare.
Possiamo passare alle forme di organizzazione politica, essenza del pensiero delle parti.
A destra, la persona illuminata, il capo, il re, il conductor è la persona che ci guida, ci illumina, è una grande personalità, valida, che ci aiuta a fare le scelte migliori, a cui demandiamo, per nostra libera scelta, i nostri destini e le scelte politiche. Si contorna di subordinati a loro volta illuminati, scelti di persona, in grado di di far crescere il popolo. Il potere scende dall'alto, le decisioni sono unanimi. La forma di governo è a maggioranza, presidenziale/monarchica, decisionista.
A sinistra: non c'è capo che non sia l'espressione degli uguali, che non esprima la sintesi dei voleri dei singoli, che non sia il portavoce della comunità degli uguali. Si contorna di persone espressione del voto popolare, che tanto più valgono quanto più esprimono gli uguali. Il potere sale dal basso, le decisioni sono frutto di discussione, non sempre sono unanimi. La forma di governo è rappresentativa proporzionale, parlamentare (anche nel senso oratorio del termine), rappresentativa.
Passiamo alle persone.
Le persone di destra sono pragmatiste, adorano l'ordine, l'avere un chiaro obbiettivo, essere guidate o guidare gli altri, sgombrare il campo dalle imprecisioni/indecisioni, riportano all'obbiettivo. Frase tipo: le cose o si fanno bene o non si fanno, datemi una cosa da fare e ve la eseguo.
Le persone di sinistra adorano la discussione, il confronto, l'analisi, si perdono in dettagli, cedono volentieri il comando a chi dimostra di interpretare il sentore comune, cercano di convincere coloro che guidano, riportano all'ideale. Frase tipo: le cose è bene farle piuttosto che non farle, le aggiusteremo in seguito se non sono perfette, datemi una cosa da fare e la farò solo se ne sono convinto
Scendiamo nel nostro comune, anche in base a discussioni già portate avanti in questo sito.
Essere di sinistra significa agire per gli ultimi, perché siamo tutti uguali e chi meno ha più ha bisogno e perché tutti, in qualche modo, siamo poveri rispetto agli altri: aiutare gli altri vuol dire aiutare noi stessi. Impiegare soldi in una scuola, in un asilo, è lavorare per gli ultimi: i bambini non votano.
Essere di destra significa premiare i migliori, stimolare le energie più potenti tra quelle presenti, premiare la libera capacità imprenditoriale; gli altri si aiutano, se se lo meritano. Impiegare i soldi perché un'impresa generi reddito, perché i più furbi possano portare in alto il nome del paese.
A questa veloce disamina aggiungerei un punto che per me è fondamentale: non abbiamo tutti lo stesso atteggiamento verso il sociale, verso la realtà (e per questo non può esistere la Verità).
Il nostro carattere, le nostre inclinazioni, ci fanno preferire più una direzione dell'altra, preferiamo “essere più liberi” piuttosto che “essere più uguali” e ciò dipende dalla nostra storia, carattere, personalità. Non penso che esista una parte giusta e una sbagliata: entrambe sono degne.
Ma la mia parte è la sinistra.
Gustav Jung, mio astro e guida, nella ‘conclusione' di ‘tipi psicologici' sessant'anni fa illuminava la discussione sostenendo che la democrazia può essere tale solo affrontando le differenze tra gli uomini, approfondendo il rapporto con il sociale che ogni persona ha in base alla propria personale esperienza; che luce, che profondità, che raggio di sole in un dibattito che vede nell'equazione una testa = un voto un limite pesantemente irrinunciabile.
“conosci te stesso”, la vecchia logica greca ancora una volta scassa ogni ragionamento della nostra presunta moderna ragionevolezza occidentale.
Se ognuno di noi non è capace di conoscere sè stesso, me per primo, per capire quale sia la migliore decisione, allora almeno cerchiamo di conoscerci l'un l'altro: è più facile, sicuramente darà frutti.
Aiutatemi a capire.