Manuel
iscritto: 08/09
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Dissentire, consentire, assentire, risentirsi....tutto riporta al sentire, alla percezione che, quando passa nelle mani del linguaggio, viene forzatamente distorta e contingentata nelle concettualizzazioni che il linguaggio stesso ci impone.
Mi taccio e lascio parlare la prefazione di un libro (anche questo a sfondo medico) che affronta l'argomento in modo interessante.
Si vive relazionandosi con la realtà attraverso i cinque sensi, identificando se stessi ed il mondo circostante con i parametri di riferimento dei sensi stessi.
La concettualizzazione della percezione attraverso i sensi ci permette di fare parte della società e, se tale processo ha successo, anche con soddisfazione della nostra personalita'; ma il mondo che conosciamo e viviamo nel dialogo con noi stessi, con il nostro sè, ci porta a considerazioni che oltrepassano i sensi: l'intuizione
Nella totalità delle culture l'individuo si serve del linguaggio per codificare l'esperienza, ciò che non è codificato è qualcosa di incomprensibile che finisce per diventare inesistente o per essere definito un controsenso, un paradosso (aldilà dell'opinione comune ndr); in questo modo il linguaggio, come veicolo della trasmissione culturale, porta con sè la manipolazione della consapevolezza, affinchè ci si conformi a certe norme (che si possano riflettere nei 5 sensi), inibendo la possibilità d'esperienza, limitando le possibilità di percezione, di orientamento nella realtà.
Il linguaggio da strumento di codifica (codice) diviene realtà a sè stante, sostituendosi a quanto codificato (realtà); gli individui smettono di intereagire con la realtà per vivere in un mondo di concetti in cui ogni cosa viene trasformata e definita in base alle esigenze di chi, imponendosi mediaticamente, può imporre in maniera più o meno subliminale i propri concetti e le proprie descrizioni
Lo stato di coscienza viene quindi condizionato in relazione con la definizione di appropriatezza e accettabilità che la situazione sociale gli attribuisce per mezzo del senso comune.
La società seleziona ciò che è funzionale al proprio mantenimento, non ciò che è meglio per noi, dobbiamo quindi usare il senso dell'INTUIZIONE, non descrivibile dalle parole, ma autenticato dai risultati.
L'intuizione è la tracendenza del sitema percettivo ordinario (i cinque sensi) attraverso l'alllenamento quotidiano dell'attenzione.
Io trovo che ogni paragrafo potrebbe essere spunto per lunghe riflessioni, e sia di grande attualità anche nelle nostre chiaccherate.
Mi piacerebbe sapere cosa ne pensate.