Manuel
iscritto: 08/09
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In questa festa della res publica che ci accompagna al tanto atteso e discusso referendum, condivido con voi una riflessione.
Il progredire della democrazia, le lotte dei nostri nonni, l'anima pura della partecipazione ci consente oggi di avere uno strumento di consultazione popolare da mettere in campo per assentire o dissentire (che il vostro parlare sia si si; no no diceva quello importante).
Nello specifico oggi ci viene chiesto se vogliamo che l'acqua rimanga un bene pubblico.
Escludiamo la visione, forse eccesivamente pessimista e poco impregnata dell'ottimismo della volontà, secondo la quale non lo è già più da un pezzo...un bel pezzo.
La biologia ci insegna che siamo composti per il 70% di acqua...il quesito è quindi:
volete cedere ad un soggetto privato il 70% di voi stessi? Lo trovate esagerato?
Il fatto che possiamo eventualmente dire di No, se saremo in numero sufficiente e sufficientemente consapevoli del problema, se non ci sarà troppo sole che ci porta al mare, se lo spoglio sarà corretto...etc.. lo ritenete un progresso del genere umano?
Io trovo incredibile che ci si debba porre la domanda.
Affidare il 70% di me stesso ad un gioco burocratico di schede e cabine non mi sembra una grande conquista sociale.
Buona festa della Res Publica, che sventolino i tricolori, le mani sul cuore al canto "Fratelli* d'Italia" con un po' di Benigni che recita Dante e le frecce tricolori che emetto scie persistenti....questa volta senza doverlo negare nè dissimulare.
Al prossimo referendum l'ottimismo della volontà ci porterà a poter scegliere, tra qualche anno se mantenere pubblica l'aria o cederla a dei capitani coraggiosi dell'imprenditoria, magari figli del nuovo '68. Scalfari su repubblica ci indicherà la retta via.
*grembiuli