Nelle letture del mattino ho trovato una chicca che voglio condividere.
L'argomento ha valenza ampia; in particolare è riferito a Google Plus, il nuovo social network che vuole surclassare facebook.
Nella mia bulimia di rete sono iscritto a G+ [anche] con il nome reale; mi potete trovare, così come su FB e ovunque in rete.
Nell'articolo in questione si puntualizzava sulla necessità per questi social network di ottenere nomi di persone reali, corrispondenti a personi fisiche vere e, di conseguenza, a carte di credito vere, conti bancari reali.
Ad un certo punto viene affrontata la messa a disposizione gratuita di questi software; facebook non costa (sembra) nulla, così come G+ e tante altre cose 'offerte' dalla rete.
Ed ecco la chicca:
"se usi un servizio e non lo stai pagando, allora sei tu il prodotto venduto"
(
If you're not paying for it, then you're the product being sold)
Grande affermazione, su quale varrebbe la pena riflettere per dare senso a ciò che vediamo online nel momento in cui la rete sta fagocitando il reale con riflessi non così banali sulla vita di tutti i giorni, ignorata dalla nostra classe (?) politica che, anzi,
rema in senso opposto (tranne qualche lodevole eccezione).
Non è tutto oro ciò che luccica in rete, anzi; ma se non teniamo le antenne alzate rischiamo di giudicare col metro del millennio scorso i fenomeni di quanto succede oggi.