italo
iscritto: 07/09
messaggi: 323
Alessandro,
non è in questo modo che può procedere una discussione.
Ti ringrazio, come al solito, per dare la tua voce a questo forum;voglio però ribadire che non s'arriva da nessuna parte se la discussione è tra fare santi o meno i responsabili delle violenze; perchè, a parole e teorie, tutti siamo contro la violenza e tutti deprechiamo quant'è successo. Quando poi si tratta invece della vita vera, non esitiamo ad essere violenti con gli altri pur di affermare la nostra supremazia: di potere, di pensiero, di orgoglio (a volte solo di vicinato!).
Qualcuno vuole instillare il dubbio che questi disordini possano anche essere fomentati dalla polizia stessa, che ci sia una regia a monte: questa può essere una discussione che ha un senso (non una ragione: un senso). E di questo allora discutiamo: se ci crediamo gridiamo ad alta voce che no, non è possibile che sia così; diciamolo chiaro e tondo se ci crediamo, la polizia non ha, mai, fomentato questi disordini anzi, ci difende da questi, com'è giusto che sia.
Chiaramente con 'polizia' intendo tutti i sistemi di gestione dell'ordine italiani, organismi dello stato comunque chiamati, dalla finanza ai forestali al sisde.
Abbiamo un 'ragionevole dubbio' che non sia così, che esistano gli 'infiltrati'? Diciamolo, scriviamolo, assumiamocene la responsabilità, proponiamo tesi, discutiamone.
Non ha alcun senso invece il 'santi subito'; demonizza le tesi dell'avversario e non gli dà parola. Abbiamo già fin troppi politici che sostengono tesi in questo modo, almeno in questo infinitesimo spazio di discussione liberiamocene, sìamo noi stessi.
(accidenti, il verbo 'essere' all'imperativo è dai tempi del sussidiario che non lo vedevo).
Ho alcune idee abbastanza chiare sull'esistenza, o meno, di territori di contiguità tra le 'polizie' e i 'black block'; tra queste nessuna sostiene di fare santi gli uni o gli altri, ma se ne vogliamo discutere il forum è, naturalmente, aperto.
Aperto a tutti coloro che hanno il coraggio di mettere nero su bianco ciò che vivono e ciò che pensano, senza dover riportare pensieri di terzi, senza nascondersi dietro citazioni altrui, esponendosi chiaramente, sapendo che si può anche sbagliare: senza nascondersi, senza alcuna paura di essere impallinati, di essere spaccati dalla vita che, spesso, non fa sconti a chi sbaglia ma premia chi s'impegna di persona nel cercare giustizia.
Ultima Modifica 17 ottobre 2011, 16:14