fabri
iscritto: 09/10
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aveva gli occhi azzurri, lucio magri, occhi straordinari che hanno incantato gli sguardi stralunati e sognanti dei ragazzi (non solo delle ragazze) che lo guardavano col naso all'insù e tutta l'attenzione della giovinezza dal basso. e lui, sul palco di piazza castello a torino, stregava tutti con quel suo parlare infuocato e quei suoi ragionamenti lucidi, come il suo nome, chiari, come i suoi occhi.
era un comunista strano, autentico rompiscatole, che sapeva indossare elegantissime sciarpe bianche, che sapeva disegnare improbabili serpentine su esclusive piste da sci, ma allo stesso tempo fumarsi "l'ennesima" sigaretta con gli operai di mirafiori, e dire qualche "no" importante che dato la luce a testate giornalistiche oggi forse un po' malinconiche, e tuttavia ancora rara voce fuori dal coro.
ha voluto spegnere i suoi occhi per amore, perchè non sopportava più il dolore dell'assenza: forse il più importante dei suoi "no".
io, nei miei occhi, porto ancora il ricordo il ricordo di quel comizio (si chiamavano così una volta), di quell'incontro in piazza castello con gli studenti degli anni 70, di quando avevamo i capelli folti e lunghi, e nel cuore e nei pensieri il sole di un avvenire che oggi sappiamo non essere mai arrivato. ma ci abbiamo creduto, anche grazie a lui, a lucio magri che aveva già i capelli brizzolati allora, ed era bellissimo su quel palco. e noi non potevamo non credergli. ma poi non abbiamo fatto abbastanza, abbiamo reso possibile il disperdersi di quegli occhi nella modestia culturale in cui siamo caduti.
oggi è un giorno malinconico per me.
oggi è un giorno in cui sono costretto a ripensare a tutto ciò che avrebbe potuto essere.
oggi gli occhi azzurri di lucio magri non risplendono più e riposano per amore in una scelta di morte consapevole che immalinconisce il ragazzo che fui, ma conforta col pensiero di una fine romantica di fronte alla quale le miserie del presente spariscono.