Con tutto l'affetto telematico che ho per te, Alessandro, un affondo così qualunquista e basso non me lo aspettavo.
Quanto è diffusa l'idea che la ragione stia solo da una parte e che ognuno di noi si sente da quella parte! Quanto è falso e deprimente pensarla però in questo modo, soprattutto di fronte ai morti ammazzati.
Da militante di sinistra, quale mi ritengo, della sinistra, se non estrema,
sporgente, respingo questa visione parziale delle violenze avvenute tra ragazzi di destra e di sinistra negli anni settanta.
A partire dalla cosiddetta "battaglia di Valle Giulia" (dove la polizia sgombera violentemente l'università di architettura di Roma e alla quale partecipò anche il pieno di sè Giuliano Ferrara) e dalla successiva rappresaglia di duecento militanti del MovimentoSociale,
guidati da Almirante (foto: Almirante che sorride accanto ai ragazzi armati di spranghe), che attaccano con spranghe e bastoni gli studenti de La Sapienza, per dare loro una lezione, a partire da questi due episodi del 1969 in avanti, è iniziata una guerra che ha prodotto nei successivi anni '70 quasi settanta morti ammazzati.
Perchè menzioni solo i 29 ragazzi di destra uccisi? Forse le altre decine di ammazzati di sinistra non avevano una madre e un padre a piangerli? Forse sono meno meritevoli della tua compassione perchè della parte sbagliata? Pensi sul serio che ci fossero una parte giusta e una sbagliata in quella insensata violenza?
Non mi aspettavo da te questo atteggiamento così cameratista, così poco obiettivo e umano. Sul serio la vuoi mettere su questo piano?
Ma tornando a Lucio Magri, ritengo fosse una persona che aveva un pensiero di sinistra, anche estremista, e come molti di noi, nella sua vita ha espresso emozioni violente in reazione agli eventi che stavano accadendo.
Ma non mi pare, e ti prego di smentirmi, se ne trovi le prove, che Lucio Magri o il Manifesto abbiano mai pronunciato o scritto le parole che hai riportato. Lo slogan che tu citi: “Uccidere un fascista non è reato” non penso sia mai stato pubblicato dal Manifesto, fu una frase scritta su alcuni manifesti (questo si) affissi sui muri delle vie di Pisa e delle città in cui la mattanza di giovani si stava perpetrando.
Non si giustificano mai parole di violenza, ma neppure si sparano giudizi così faciloni su una persona che ha fatto della coerenza politica la sua filosofia di vita e che molto ha insegnato e avrebbe ancora potuto dirci.
Quante cose terribili potrei tirar fuori su Almirante o su altri ideologi della destra. Ma sul serio vogliamo ancora impostare la nostra dialettica sul passato? O sarebbe ora di guardare al futuro e di lasciare in pace i morti?
E poi, ti prego, non utilizzare un saluto come "pace" alla fine di un tuo scritto così violento. L'ipocrisia è la peggior compagna della coerenza.
LLL