Bella provocazione, "
tutti hanno volontariamente fatto un'overdose di valium".
Ma cos'è che induce tutti a farsi quest'overdose? la politica? la televisione? le scie chimiche?
No, non è questo. Beh, sì, forse, anche; ma non è lì che sta il cuore della questione.
Perchè non agiamo per la nostra comunità mentre facciamo i salti mortali per farle invece per noi e, al massimo, per la nostra famiglia?
Penso che cinquant'anni almeno di capitalismo imperante non possono non lasciare un effetto devastante sull'umanità; aver passato più di mezzo secolo adorando il vitello d'oro della
massimizzazione del profitto non può generare un'umanità migliore.
Già tra le sclerotizzate rughe di Regan ne si intuiva il volto decrepito, così come tra le righe dell'
edonismo reganiano, scopiazzato in Italia negli anni 80 dei paninari, della Milano da bere, del
drive-in, del craxismo della voragine del debito e della nascita del berlusconismo; la finanziarizzazione dei mercati e la perdita del valore del lavoro a favore del capitale non ne sono che la ovvia conclusione.
Evidentemente Marx non aveva tutti i torti; eppure di lui non se ne sente più parlare, men che meno dalla [cosidetta] sinistra.
Abbiamo sconfitto il comunismo, o meglio la sua degenerazione in politica; ma cosa ci hanno lasciato questi decenni di capitalismo, questo vento della destra che da Tatcher - Regan in poi è soffiato sul mondo? Egoismo, tristezza, povertà, diseguaglianza.
Non si pensi che siano questioni lontane dai nostri borghi; se siamo così avari nel dare il nostro contributo alla comunità, alla discussione, nel costruire capitale sociale, il motivo non è il
valium, non sono le scie, non è la televisione; questi non sono che i mezzi conseguenti ad una impostazione politica.
Stiamo pagando le conseguenza di decenni di capitalismo sfrenato e di incapacità nel costruire socialità; stiamo pagando il nostro tributo al vitello d'oro.