Rispondo qui
all'intervento di Diego Michelini sull'articolo "cosa è stato il fascismo"; avevo già invitato a proseguire in questa sede di forum il dibattito perchè mi sembra un luogo più adatto alla discussione.
A differenza di qualcuno di voi conosco Diego Michelini: è persona cortese con cui scambio volentieri qualche battuta essendo un mio vicino di casa; continuo volentieri il colloquio iniziato perché, come ho già scritto, parlo con chiunque non prevarichi l'altro, con chiunque accetti le posizioni di chi è diverso da sé o la pensa diversamente; cerco, naturalmente, di fare altrettanto.
Mi professo ignorante in storia patria, ed in particolar modo del periodo fascista: tanto mi vergogno di tale periodo e di quel modo di agire politico che non ho mai avuto bisogno di approfondire gli argomenti per farmene un'idea chiara. Capisco che questo sia un'atteggiamento colpevole nell'ambito del dibattito in corso; per questo ho cercato qualche aggiornamento sugli argomenti del dibattito Bonino/Michelini studiando brevemente il periodo del colonialismo italiano.
Grazie al cielo abbiamo la rete: lì si trova di tutto, si trovano i pensieri di una parte e dell'altra. In rete nessuno è limitato, tutti possono scrivere ciò che vogliono, non c'è censura, nessuno può dire di essere stato fatto tacere o che le proprie posizioni non siano considerate: è un posto sicuramente democratico che lascia la parola a tutti, e nel quale potete verificare se effettivamente le cose ‘che vi hanno detto' sono ‘vizietti' di falsi storici o meno.
Al di là del giudizio storico generale sull'argomento, nello scritto di Diego Michelini trovo qualche artificio dialettico per portare acqua al suo mulino che porta il discorso ben lontano dalla pretesa 'scientificità' storiografica e dall'idea di essere vittime di falsi storici; è una questione che subito mi stuzzica e mi fa mettere le mani avanti; cerco di spiegarmi.
La prima cosa che salta agli occhi è il ‘fallo a gamba tesa' di cui parla Biagio: si cerca di discreditare una tesi confutandone un particolare e cercando di dimostrare che il particolare errato è chiaro sintomo della dabbenaggine e falsità dell'intera tesi. Ad esempio il numero di morti da bombardamenti a gas dei fascisti; alcune fonti citano il mezzo milione di morti come risultato globale del colonialismo italiano in nordafrica (confronto: iraq, ultima guerra: 650000) ma se la realtà è che ci sono stati meno morti a causa dei bombardamenti con gas nervini
nulla giustifica la scellerata nefandezza e inumanità di quell'azione e la piccolezza politica di chi l'ha pensata, meno che meno sbagliare il numero degli uccisi, e giustificare con una presunta mancanza di scientificità del dato l'insensatezza del giudizio storico.
Altro fallo da cartellino rosso è l'offesa diretta o l'ingiuria: frasi del tipo ‘
la senilità gioca brutti scherzi', o peggio ancora evocare il quadretto del nonno con i nipotini all'interno di un presunto esercizio di scientificità storica, mi sembra un comportamento povero e dialetticamente deprecabile, soprattutto da parte di chi rappresenta un'istituzione. Abbiamo troppi esempi di politici che si comportano in questo modo: il miglior modo di stigmatizzare l'atteggiamento è comportarsi diversamente.
Pure è usato un altro artificio retorico classico: di fronte ad un possibile torto, rispondere ‘anche gli altri hanno sbagliato' e così giustificarsi. E' un artificio retorico perché sposta l'azione del giudizio dal proprio operato a quello altrui. I proiettili dum-dum degli etiopi, le torture ai piloti fascisti sono esempi di questi: e proprio qui sta la non-scientificità della risposta: non perché non siano veri, ma perché se citiamo un episodio di questo tipo allora dovremmo giudicare tutti gli episodi, da una parte e dall'altra. Il che è chiaramente impossibile da farsi e porta all'impossibilità di giudizio.
Ancora, voglio citare un altro artificio: mescolare giudizio storico e fatti specifici; non è corretto, se ci teniamo sul giudizio storico rimaniamo in quella categoria, se invece vogliamo fare della storiografia scriviamo dei singoli fatti, cercando di riportarli tutti. Non funziona il ‘per esempio' , il caso specifico che avvalora una tesi, per quanto macabro, sensazionale, oggettivamente impressionante un singolo caso non può giustificare un giudizio storico a meno che non vengano considerati tutti i casi simili.
Tutti questi artifici sono ritrovabili all'interno di un libretto che, secondo me, tutti i politici che partecipano ai talk show conoscono a memoria: “L''arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi' di Arthur Schopenhauer (Adelphi, 1991) dove trovate elencati tutti gli artifici di cui sopra più altri che sicuramente riconoscerete (ad esempio in n.8: “
Se l'avversario e' piu' forte di noi e sta avendo ragione: interromperlo, sviare il discorso, impedirgli di portare a termine la sua argomentazione oppure provocarlo, essere sfacciati, farlo adirare”.)
Un altro artificio, questa volta da cartellino giallo, che discende dalla mia pseudocultura informatica è l'uso del copia-incolla; vedendo nello scritto lo strano uso delle parentesi angolari ho fatto una ricerca su google delle esatte frasi riportate da Michelini e ho visto che quasi tutti i siti ‘revisionisti' riportano le stesse, identiche, citazioni: testimoniando una povertà d'idee. Sarebbe più corretto, nel caso del copia-incolla, citare le fonti e non dare i giudizi per propri attribuendone la paternità, magari condivisa, all'autore. Prossimamente mi imporrò un esercizio per andare a cercare quale sia il sito di partenza.
C'è invece un punto che non mi è per nulla chiaro: dove Michelini parla della rimozione di una lettera ingiuriante nei suoi confronti: se è qualcosa che è successo sul sito lo nego categoricamente.
Voglio concludere con una considerazione. Questa discussione ha contribuito a far crescere la mia cultura antifascista, consentendomi di approfondire argomenti che altrimenti non avrei affrontato; di questo esercizio di democrazia ringrazio tutti quelli che sono intervenuti, mi sembra un buon uso delle ‘piazze telematiche'. Mi dispiace che qualche rappresentante, ufficiale o meno, di posizioni ‘politiche' non sia intervenuto pur avendo letto di questi argomenti; ma se si è antifascisti e non si interviene qui e ora, a quando aspettare una replica? Probabilmente questa piazza è troppo plebea perché ad essa si concedano i propri luminosi scritti.
Voglio lasciarvi con l'elenco dei siti che ho consultato, per lo meno quelli che mi sembrava avessero contenuti idee originali: sicuramente dalla lettura mi resta l'amaro in bocca e la vergogna per il mio paese che ha avuto un periodo così ignobile nel quale è stato autorizzato l'utilizzo dei bombardamenti a gas su vasta scala e, ancora, il ringraziamento per chi a questa infame brutalità si è opposto: alla Resistenza.
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