italo
iscritto: 07/09
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Stimolante, as usual, il confronto con te, Fabrizio, e con Biagio: entrambi avete una lunga esperienza in 'cose' amministrative.
L'introduzione di un esame per poter diventare, a qualisiasi livello, amministratore della cosa pubblica mi sembrerebbe sacrosanto; non sarebbe certo garanzia d'onestà, ma almeno potrebbe assicurare quella base di conoscenze minime indispensabili a prendere decisioni con cognizione di causa.
Eppure sono convinto che una proposta del genere solleverebbe una fiera levata di scudi; naturalmente questo "esamino" dovrebbe essere di difficoltà proporzionale alla carica a cui si aspira... pensa se fosse introdotto oggi e, retroattivamente, dover essere superato dalle moltitudini dei nostri amministratori, dall'ultimo consigliere comunale al 'grande' politico nazionale.
A questo punto mi vien da proporre qualche domanda per questo esame ma, seppure inguaribilmente ottimista, ho paura che nessuna di quelle che mi vengono in mente sarebbe superata da tutta la classe politica di cui sono a conoscenza.
Tu riesci ad immaginarne una superabile da tutti?
Dal De Andrè citato da te al 'con questa classe politica non andremo da nessuna parte' di decennale memoria di Moretti, il passo è breve.
Sull'urbanistica: giuste parole sul cemento, probabilmente è una guerra persa e io non vivo in questo mondo, lo vedo distorto e sono inguaribilmente ottimista, sono convinto che se nel dibattito si può fare qualcosa simile al gettare il seme della bellezza va fatto; chiamatemi pure il Myskin de noiantri, per me il seme della speranza del bello esiste in tutti gli uomini.
Perfino negli amministratori.