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RE: softair, mimare la guerra 3 marzo 2012, 18:30

Alessandro B.

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messaggi: 36


Italo, ero ben conscio che postare quell'annuncio sul gruppo di La Cassa avrebbe generato delle riflessioni da parte di alcuni suoi membri, e mi fa piacere poter discutere civilmente con persone che esternano i loro pensieri in modo corretto e completo come, del resto, hai sempre fatto. Quindi sulle preoccupazioni relative all'inimicarsi qualcuno, ti rassicuro fin da subito, che lungi da me offendersi per queste tue affermazioni, per quanto i pensieri a volte possano differire, se confrontati con questi termini, sono sempre ben accetti, oltre ad essere un occasione di dibattito e arricchimento personale.   Nel leggere il tuo intervento mi è parso di trovare alcune tematiche, a cui vorrei rispondere singolarmente per poter spiegare al meglio il mio pensiero.     Il gioco, l'aspetto ludico, è il motivo per cui si pratica il softair; non certo perchè chi lo pratica sia appassionato di guerra ma perchè, sostieni, vuole solo giocare. [...] C'è sempre chi vince e chi perde; chi si esalta e chi viene umiliato.   La prima parte del tuo post comprende un riassunto dello scambio di battute su faccialibro, seguito da un rapido excursus sul concetto di gioco. Mi  trovo d'accordo con quanto detto e non vedo si possa aggiungere o controbattere.   Nel softair il confronto è più diretto, meno mediato dall'aspetto di tono o sportivo (non mi pare esista il 'terzo tempo', ad esempio): è guerra, pur mimata, ma l'obbiettivo è l'eliminazione fisica (mimata) dell'avversario. Mimare un atto è una azione potente sulla psiche, tanto per chi lo compie quanto per chi lo subisce; fiumi di inchiostro sono stati versati da Freud e Adler sulla volontà di potenza e sull'atto che la esprime, che cambia tanto  chi lo compie quanto  chi lo subisce: mimare è agire in piccolo, non è "fare finta" cioè fare nulla, ed è questo il centro del mio pensiero: mimare è fare qualcosa, nella direzione del 'mimato'.   Perchè se mimare non conta nulla allora potremmo inserire qualche regola nel gioco, (chiaramente sempre 'facendo finta'): - potremmo fornire una squadra di divisa con fascia gialla e stella di davide da appuntare alla manica; - potremmo invece fornire di kefiah una delle squadre, e invece di chiamarla 'real giordanin' potremmo chiamarli, ad esempio, 'palestinesi', per finta; - potremmo coinvolgere le ragazze, mimando che vengano stuprate dai vincitori, come in qualsiasi guerra che si rispetti, quando una fazione vince; - potremmo prendere bambolotti, afferrarli dai piedi e sfracellargli la testa contro i muri, per finta, come si fa con i bambini in ogni guerra che si rispetti - dobbiamo continuare? Tanto è solo finzione, vero, e non fa male?   Sul fatto che nel softair il confronto sia più diretto, non credo di essere d'accordo, in quanto il confronto mi sembra diretto tanto quanto possa essere quello di una partita a ping pong come una di carte, e anche la sportività è presente come in tutte le altre discipline sportive ( vedi dichiararsi colpiti quando si potrebbe far finta di nulla e continuare a giocare o l'accortezza di non “spararsi” a distanze ravvicinate o in zone delicate). Gli esempi che mi fai tu successivamente, mi sembrano una facile estremizzazione con finalità provocatorie, che ovviamente trovano il consenso unanime di tutti, è chiaro che simulare una soluzione finale, piuttosto che uno stupro di massa sia qualcosa di non condivisibile e certamente deprecabile.   E a chi dice che giocare alla guerra è un modo per conoscerla e quindi evitarla chiedo ma, davvero, abbiamo bisogno oggi di sapere qualcosa in più sulla guerra, non basta ciò che sappiamo, ciò che i nostri nonni hanno visto, ciò che l'ANPI esprime? Con questo non voglio demonizzare il softair; voglio invece sostenere che nella scala dei giochi di potere che va dal mimare le guardie e i ladri al mimare le più atroci nefandezze ognuno di noi pone l'asticella ad una certa altezza, oltre la quale dice 'no, non si fa, questo no'. La posizione dell'asticella è diversa per ognuno; per me è molto bassa (ehm.. fin lì arrivo) ed è al di sotto del livello 'softair' che già è una di quelle cose che per me 'no, non si fanno'. Non penso esista una posizione 'giusta' e una 'sbagliata'; semplicemente esistono diverse posizioni personali. Rispetto chiunque posizioni l'asticella più in alto della mia, come fai tu, fidandomi che il mimare sia veramente solo gioco in piena padronanza di sè.   Solo questo chiedo a chi fa softair: rispettate quelli che la pensano diversamente, abbiate la sensibilità di praticare i vostri giochi dove nessuno vi possa involontariamente vedere, divertitevi in partite interminabili tra di voi, ma non rischiate di far del male a chi verrebbe urtato dai vostri giochi.   Concordo con te riguardo all'assenza di una posizione “giusta” o “sbagliata” e anche riguardo all'asticella e alla sua collocazione e come affermi tu stesso è una scelta soggettiva che ogni individuo fa con le sue rispettive motivazioni.   Per quel che riguarda il rispetto delle altre persone, con me sfondi una porta aperta. Considero la frase (di Martin Luther King se non sbaglio) “La mia libertà finisce dove inizia quella di un altro” un vero e proprio dogma e ovviamente la mia attività ludica non deve andare a danneggiare chi quest'attività non la sta praticando, e per questo si fa tutto il possibile per rispettare le regole e segnalare ad eventuali passanti la nostra presenza.     Dubito che i nostri nonni, che hanno visto il male, sarebbero contenti di vedere i nipotini rincorrersi con la faccia nera e con in braccio un fucile; nè di vederli davanti ad un videogioco con lo schermo che si riempie di sangue quando si colpisce un nemico.   Anche con questa attenzione passa il cambiamento della società attraverso i giovani che Fabri e Biagio auspicano; anche attraverso queste sensibilità si può far nascere una società migliore che sia basata sulla giustizia e non sul prevaricare a forza, benchè mimato.   Ci sono mille campi in cui impegnarsi per battaglie vere, in soprusi che tutti i giorni ci tocca subire; davvero le nostre forze migliori si disperdono in un boschetto vestite di mimetica con un fucile giocattolo in mano a spararsi per finta?   Io invece dubito che i nostri nonni, che hanno visto il male, desiderino che i loro nipotini rivivano le loro stesse sofferenze, e secondo me sono felici che noi possiamo essere liberi e sereni e non costretti a combattere come hanno fatto loro, addirittura possiamo permetterci di giocare alla guerra grazie ai loro sacrifici.   Sicuramente ci sono mille campi in cui impegnarsi per battaglie vere, ma non ritengo che le energie consumate per questo hobby/passatempo/gioco siano le stesse che si  utilizzano per ambiti più “seri”, perché posta in questi termini anche chi va a giocare a pallone la domenica potrebbe spendere energie in modo migliore, o anche chi fa semplicemente una passeggiata, ognuno dispone del proprio tempo come meglio crede destinandone una parte ad attività serie e un'altra ad attività più frivole.  
Ci sono cose ben più negative a mio avvisto, in cui il 'no, non si fa, questo no' dovrebbe essere davvero pronunciato, come ad esempio: passare la domenica in un centro commerciale, restare incollati alla televisione a vedere reality imbarazzanti, dare credito a mezzi d'informazione totalmente faziosi, prendere come modello personaggi dello spessore di una carta da gioco, andare in macchina a prendere il pane quando si abita a 200m dalla panetteria, non uscire di casa per trovarsi al palio dei borghi perché ci sono gli europei, osannare e picchiarsi per ventidue miliardari sudati che inseguono una sfera piena d'aria, guardare il centesimo di guadagno a scapito di qualità e buon senso, pensare no tanto non ci capisco niente e lasciar perdere, passare per strada e prendere il cellulare per non salutare una persona che non si conosce, … , …
L'elenco potrebbe essere ancora molto lungo.

Concludo anch'io con una domanda,   Davvero questo gioco nasconde degli aspetti così negativi come immaginate, o è solo un facile bersaglio ?


MI SCUSO PER IL GRASSETTO E SPERO CHE IL TESTO SIA BEN LEGGIBILE 
Ultima Modifica 3 marzo 2012, 18:57
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