Siamo talmente malgovernati che non è la paura che ci anima ma la speranza. E questa speranza ci fa dire un sacco di si: si al consumo dell'energia ma con oculatezza (spegnere le luci quando si esce da una stanza, non lasciare in stand-by gli elettrodomestici che non vengono usati, etc). Produciamo immondizie ma sappiamo che potremmo produrne molte di meno, se solo incrementassimo il consumo di cibi non confezionati, di detersivi alla spina (solo alcuni esempi).
Sono queste pratiche quotidiane di consumo critico e sostenibile che tu chiami "egoismo civico"? Ma che cosa bisogna inizare a cambiare, la testa dei consumatori o i modelli delle multinazionali? Nel dubbio, io inizio a cambiare il mio modo di vivere.
E' di questo che parlo quando dico che se tutti consumassimo in modo consapevole e non facessimo a gara a chi ha l'auto più costosa, l'abito più firmato o semplicemente se mettessimo TUTTI in atto delle piccole regole di vita quotidiana volte al risparmio, o meglio, al non spreco, beh, se tutto questo avvenisse, non avremmo probabilmente bisogno di sacrificare la nostra terra per costruire ulteriori centrali, ulteriori dighe, ulteriori "corridoi strategici per il trasporto delle merci".
E mi ripeto: ripristiniamo, miglioriamo e facciamo funzionare ciò che già c'è, anche le nostre attuali infrastrutture, ne trarremo tutti eguali benifici, se non maggiori, visto che non dovremmo sacrificare i nostri territori.
Sono la solita visionaria? Eppure esiste un modello diverso, lo stanno mettendo in pratica quelli di Salviamo il territorio, quelli di Decrescita Felice, quelli di Bilanci di giustizia (e molti altri).
Siamo in tanti, per dinci! Ascoltateci allora!
LLL