fabri
iscritto: 09/10
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Era la classica casa d'angolo, quegli edifici di riferimento che segnano quasi dei confini. Il suo era quello tra la sinuosità dell'agglomerato urbano della via Roma – già via Maestra – e lo spazio improvvisamente aperto di largo Oropa, dove una volta si trebbiava il grano, e le donne facevano il bucato nel Naviglio che lo attraversava.
Siamo a Druento, e da quando ho memoria, io mi ricordo di quella casina: già negli anni della mia infanzia – i primi '60 – disabitata, sempre oggetto di un ultimo sguardo veloce e distratto dei passanti, dalla bicicletta, meno degli automobilisti, prima di immettersi – o lasciare – il cielo azzurro che, ad esempio oggi, si appoggia su montagne bianchissime.
Disabitata, un po' in rovina ma non pericolante, dimessa ma non fatiscente, con il suo bel ballatoio in legno, e i gradini in pietra, e quella porta piccola sulla strada con inferriate robuste in ferro messo a croce, probabile accesso di antica stalla. Su due piani, ma piccola davvero, e talmente particolare nel suo essere sempre stata lì dal rappresentare un simbolo minore ma pur sempre caratterizzante di Druento.
Se ne ha notizia dal 1700, e ne sono certo.
Oggi l'hanno abbattuta.
Da tempo si parlava di una ristrutturazione, necessaria per la sicurezza, per carità, ma io credevo – come si dice oggi – “conservativa”, invece…
Sotto questo bel cielo d'inverno, con le prime luci dell'alba straordinaria di questa giornata (chissà poi perché così presto?), un'enorme braccio meccanico ha trascinato via una testimonianza del passato.
Un altro sfregio alle tradizioni, alla storia locale.
Nessuno mi convincerà mai che ciò che sta per sorgere su quell'area sarà la sola alternativa possibile.
Quella casetta non segnerà mai più alcun confine, su di lei è calata la scure della sensibilità di chi crede nel valore delle villette a schiera, ed ha l'ipocrisia di denominare il consumo irresponsabile di territorio “interventi di riqualificazione”.
Siamo nel Paese che non riesce ad impedire che crolli Pompei e, se è lecito paragonare le cose grandi alle piccole, il crollo non proprio naturale della casetta d'angolo di Druento, oggi, intristisce la mia giornata.
Seguirò con molto interesse i lavori di “riqualificazione”.