C'è quasi un pudore, una mesta riluttanza, nello scrivere di tutela del suolo in questa piazza abbandonata.
L'ho fatto, l'abbiamo fatto. In cambio scherno; o ben che vada indifferenza.
Siamo stati considerati
romantici, sognanti esteti del vergine suolo dalla lacrima facile;
cuori sanguinanti e artisti citerei per chi ha i Pink Floyd nel cuore e sa di cosa scrivo.
Mentre (al di là dal muro) le persone
del fare, quelle serie che guardano la
realpolitik e gli oneri di urbanizzazione (con un occhio obliquamente alle proprie terre, e a quelle degli amici) ci elargivano bonarie pacche sulle spalle commiserando la nostra beataignorante posizione difendendo il piano regolatore
perchè tanto di più non si può costruire e spartendosi le aree urbanizzabili.
Caro Biagio, è una battaglia persa.
Finchè l'interesse personale economico sarà superiore a quello comune ambientale nulla cambierà; lo vediamo nel nostro piccolo borgo, lo vediamo nel nostro Paese, lo vediamo sul nostro piccolo pianeta.
Pianeta che abbiamo votato al capitalismo; la nostra religione ha il credo nellamassimizzazione del profitto, il
symbolum nelle leggi di mercato, la messa settimanale negli ipermercati (con tanto di
offertorio, e di teofagia eucaristica
).
Bestemmia chi difende l'ambiente a scapito del profitto: l'inquisizione lo raggiunge e viene portato al rogo sulla pubblica piazza, svergognato e deriso.
Se poi ancora osasse parlare di
comunismo... la forca, la forca subito.
E' una battaglia persa; ma non diamoci per vinti.
Voglio portare un esempio: nella terra della mafia si voleva cementificare costruendo una strada costiera per gli interessi dei soliti; la gente s'è opposta, la strada non s'è fatta, oggi c'è uno stupendo parco naturale, la riserva dello Zingaro.
Prendiamo esempio.
Questo il sentiero che percorre tutta la costa (una decina di km) nella riserva naturale dello Zingaro a San Vito Lo Capo, Sicilia. Italia, eh.