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Libertà di rete.18 maggio 2010, 20:44

Luca

iscritto: 11/09

messaggi: 53

La libertà della rete viene oramai attaccata da mesi sia in Italia che in altri paesi, paesi, se li analizziamo, “ molto democratici”. Questo non mi stupisce, il perché è semplice, la rete mette in comunicazione più persone, più menti, più idee, più confronti. La rete permette di documentarsi, di verificare o perlomeno di cercare la veridicità delle informazioni.
E pur vero che anche in rete si può incorrere nel rischio di incappare in info errate o mistificate, ma è pur vero che se le informazioni scritte sono false ci sono subito migliaia di mani pronte a smentire, verificare o rettificare queste, oppure a confrontarsi e a discuterne sotto i riflettori, dove tutti possono dire la loro.
Oggi ho sentito per radio la dichiarazione fatta da Obama a proposito di internet, dove dichiara che forse in rete vi è troppa libertà d'opinione, cioè l'informazione (secondo lui) vera, viene troppo spesso attaccata o in maniera pretestuosa travisata.
Ma come dico io, allora l'informazione o il contenuto delle cronache, come quello delle ricerche e delle dichiarazioni deve sempre seguire il binario classico e rutinario a cui purtroppo siamo abituati da decenni?
Allora devo ritenere verità assoluta quello che mi scrive Libero, Repubblica, La stampa, il Fatto quotidiano
(per non offendere nessuno ho messo più quotidiani di varie sponde politiche), oppure devo ritenere vero quello che mi dice Bernacca, Mercalli, Giuliacci e compagnia bella, o ancora, è vero quello che dicono e scrivono i libri di storia (ricordiamo e non dimentichiamo che la storia è scritta dai vincitori), ma c'è di meglio, usiamo come verità quello che ci fa vedere il TG5, TG1,TG2, Rete 4 ecc…?
La risposta è SI. Vi è un attacco netto, bidirezionale, trasversale alla rete.
Molti (troppi) vorrebbero che “le persone comuni” non pensino, non dicano la loro, o meglio, che se debbono dire qualche cosa questa rimanga chiusa nel suo piccolo villaggio, possibilmente posto in mezzo ad una vallata sconosciuta e raggiungibile con un elicottero.
La rete è ok se si parla di Totti che prende a calci un avversario, è ok se si discute delle vacanze, è ok se si parla dell'isola dei famosi.
Però la rete non va bene se si discute di situazioni ambientali che possono essere, e badate ho detto che possano essere, nocive per le comunità. La rete non va bene per confrontarsi apertamente e discutere delle situazioni comunali e politiche, cosicché la comunità possa capire anche le persone che si andranno a votare, e magari non si vota così solo il simbolo politico, ma le persone. No, perché queste fanno le permalose e si vanno a trincerare nelle discussioni tra amici, si vanno a fare cullare tra i guanciali di ovatta dove aspettano la carezza ed il bravo dei soliti conoscenti, meglio questo che il confronto di più idee e visione delle cose, sotto la “rigida” opinione di tutti.
Quello che stanno facendo alla rete per cercare di imbavagliarla mi ricorda alcune cose fatte in anni precedenti, ma vengono spiegate molto bene da Leo Lowenthal, stimato sociologo del XX sec., nel breve saggio “ Calibans erbe”, dove riconobbe tre motivi che portarono alla distruzione dei libri, qua non parliamo di libri ma di internet, sostituiamo quindi libri con internet o conoscenza:

"ESTINZIONE DELLA STORIA"
Tutte le società autoritarie vogliono riscrivere la storia del mondo. Leo Löwenthal riconosce una motivazione ulteriore per quanto riguarda i nazisti. I nazisti avrebbero voluto riscrivere la storia per cancellare la "consapevolezza della propria condizione di inferiorità sociale" .
Göbbels si riferisce direttamente alle "profanazioni del passato" che devono essere gettate alle fiamme per costruire "un nuovo spirito" . In occasione del rogo del 10 maggio Göbbels dichiarò: "Nessuna rivoluzione si è limitata a riformare o a rovesciare esclusivamente l'economia o la politica o la vita culturale. Le rivoluzioni sono delle nuove concezioni del mondo".
"AZIONE IGIENICA DI REPULISTI"
Il giornale nazista "Völkischer Beobachter" scrisse il 12 maggio1933: "Colonne di fumo annunciano la fine della peste disgregatrice tra le fiamme" . Il libro viene bruciato come strumento in grado di diffondere un'infezione. Il libro può essere portatore di idee malsane: deve perciò essere distrutto come la memoria del suo autore. Significativo è un episodio che risale al Medioevo. Per far fronte alla diffusione della peste nella Venezia appestata, si dispose il rogo di molti libri, strumento di contagio a causa del contatto con le pagine. Quando alcuni umanisti scrissero al vescovo Ghislieri di evitare questa azione, egli rispose che, al pari della peste reale, bisognava debellare la "peste dell'eresia".
"LIQUIDAZIONE DEL SOGGETTO"
Dalla sintesi di questa distruzione del passato e degli elementi presenti da rinnegare, un programma di distruzione orizzontale e verticale, scaturisce la liquidazione del soggetto.
L'ostilità nei confronti dei libri è direttamente lesiva dell'individualità. Infatti limitando la libertà di scrittura e di lettura, e quindi lo scambio di idee, si elimina la libertà di interpretazione e il pluralismo. D'altra parte la lotta contro l'individualità è uno degli elementi chiave sui quali si fondano i totalitarismi.
Molto spesso la distruzione dei libri è stata associata a quella degli esseri umani.
Nel 1644 John Milton scrisse nell'opera "Areopagitica" : "uccidere un buon libro equivale a uccidere un essere umano; chi uccide un essere umano uccide una creatura ragionevole, l'immagine di Dio; ma chi distrugge un buon libro uccide la ragione medesima"


In una Nazione dove molte cose stanno andando a rotoli, stanno cercando di imbavagliare l'unica cosa che ci può permettere di scambiarci idee ed opinioni tra migliaia di persone, solamente che molte persone scambiano questa opportunità con la possibilità di imporre la propria verità.
Alcuni politici/o anni fa hanno definito gli italiani come degli imbecilli, ignoranti nonché merde (mi scuso con i ragazzi più giovani), allora vorrei ricordare a questi/o politico una cosa: solo dalla merda nascono i fiori più belli.

Buona vita a tutti.

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