I turni in croce rossa non sai mai di sicuro con chi li farai. Ti ritrovi a farli con persone diverse e ad andare in emergenza con persone che, a volte, conosci appena.
Al ritorno dai serivizi in emergenza ti conosci certamente meglio, hai lavorato fianco a fianco, hai condiviso apprensione, paura, soddisfazione.
Bruno (è il cognome, ma l'ho sempre chiamato così) abitava a La Cassa fino a qualche tempo fa, un omino piccolino e tarchiato con due baffi da sparviero e un sorriso sornione costantemente stampato in viso.
Ci si sedeva al tavolo della sede della Croce Rossa di Fiano e si chiacchierava, si giocava a carte, si faceva passare il tempo tra una chiamata e l'altra.
Non lo vidi per un po', quando andò ad abitare a Givoletto e per problemi di salute dovette abbandonare la Croce Rossa. Il giorno del suo turno però, spesso, veniva a trovare gli altri volontari e si intratteneva con loro, un pezzo di cuore era ancora lì. Due chiacchiere, una giocata a carte.
La scorsa settimana, la sera del turno di Bruno, arrivò una chiamata in emergenza per Givoletto. La squadra d partì a sirene spiegate, arrivarono sul posto e videro Bruno che li stava aspettando.
Non sono riusciti a riprenderlo, nonostante le premurose ed efficaci manovre di rianimazione dei colleghi di turno, Bruno non ce l'ha fatta, il cuore non è ripartito.
Che dire. Ieri sera, durante il corso di aggiornamento ho visto Stefano in lacrime che mi ha detto di averci provato all'infinito a pompargli il cuore. Stefano è un ragazzone grande e grosso, vederlo in lacrime mi intenerisce.
Un saluto a Bruno (che è sempre il cognome), un abbraccio alla famiglia e un bacio a Stefano per il suo dolore da impotenza.
pace
Laura