italo
iscritto: 07/09
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Le provocazioni di Manuel sono importanti.
E' una mente affilata che colpisce diretto: facile schivare i colpi sfocandoli, più complesso cercare di mettere a fuoco e dare un significato alle domande; perchè, delle risposte, non se ne parla.
Manuel suggerisce, citano il post di Franceschetti, che potrebbe esserci qualcosa di preordinato nel delitto oggi pubblicizzato da tutti i media; ed è facile, con pochi approfondimenti, verificare che in molti si pongono domande simili.
Così come citando le scie chimiche suggerisce che ci sia qualcosa di preordinato in questo sciamare di gas nei cieli; ed allo stesso modo in altre volte, in altri post, in altre discussioni suggerisce piani di lettura non convenzionali della realtà.
Non mi stupisce la penuria di risposte a queste provocazioni: è una naturale difesa dell'organismo isolare ed espellere i corpi estranei, così come i pensieri che non corrispondono agli schemi in cui siamo abituati a calarli. Vedo in quest'ottica le banalizzazioni, le demonizzazioni e le alzate di spalle; gradirei molto vedere risposte del tipo 'ma sei scemo? ti sei bevuto il cervello?'. Una volta date, necessiterebbero e provocherebbero un confronto che, per definizione, è costruttivo. Il silenzio no.
Manuel non dà risposte; ciò che ci chiede è una condivisione degli interrogativi, cioè quanto di più umano ci sia: mettere in comune le domande, essere insieme in questo viaggio tra le stranezze di questo mondo e, insieme, interrogarsi.
Volevo scrivere qualcosa sulle ipotesi massoniche/simboliche che fomentano questo rito collettivo intorno al sacrificio della colomba martirizzata, così come tanti altri riti collettivi dalle precise coreografie e liturgie (val più un tg di una messa) dei nostri tempi; non lo faccio, mi sembra più importante la domanda di senso che ne è alla base di cui Manuel è portatore sano.
Anche oggi, come nei giorni precedenti, sono morti 26 mila bambini; uno ogni tre secondi.
Anche oggi, come nei giorni precedenti, il nostro esercito italiano ha contribuito ad una guerra dove vengono arse e spaccate vive persone civili, come me e voi, i cui figli non aspettano che vendicarsi, su me e voi.
Soprattutto oggi, condividere certe domande può avere un senso.
Anche se non abbiamo risposte da dare;
forse, cercarle insieme è già una (piccola) risposta.