Bunga Bunga a te, Stefano, e spero sia un augurio.
E' un piacere, di questi tempi, leggere gli interventi sul forum; così com'è un piacere vedere che nuove teste si affacciano alla nostra comunità telematica.
Vorrei però risponderti al potere del click; non solo personalmente, come ho già fatto, ma anche qui in modo da allargare i nostri discorsi a chi ci può essere di molto, moltissimo aiuto per affrontare questo problema del click.
Il click è quello del telecomando: spegnere la televisione.
Per qualche famiglia, anche nel nostro territorio, vuol dire anche eliminare fisicamente il televisore da casa, così da liberarsi finalmente dalla scatola infernale.
Come sai, non sono d'accordo.
Mi sembra un atteggiamento luddista.
Lo scopo è rompere con questa tecnologia perchè è espressione di un potere di controllo sulle nostre menti; dal
vangelo secondo Orwell in poi tutti sappiamo che l'infernal scatolotto a questo è dedicato e chi lo esclude dalle proprie vite sottrarsi vuol da cotanto mentale infernal intruglio.
Tuttavia.
(ah, bellissimo il tuttavia. Mi ci perdo dentro, potrei farne una canzone alla Avion Travel e metterla come sottofondo in un film col protagonista perso in un aeroporto andino. Ma di nuovo mi perdo nelle parole, riemergo.)
Tuttavia nei mezzi di comunicazione di massa (ah, anche questo è bello, da perdersi, sono armi anche d'istruzione di massa) non tutto è perduto.
Potrai dirmi le
peggior cose che vuoi della televisione; non potrai mai togliermi l'illuminazione che a volte, a fine pasto, Blob mi ha dato, o la poesia struggente che quel programma geniale ha regalato a tutti mettendo insieme musiche e immagini, cucendo pezzi di vita televisiva, creando un metalinguaggio dove s'intersecano iperboli semantiche e linguaggi visivi: geni, sono semplicemente geni del nostro tempo, e si esprimono con i mezzi di oggi.
Quattro note di
Because the night [belong to lovers] di Patty Smith (Alberto, conferma!) con il fantasma diafano della fanciulla sott'acqua di
fuori orario, cugino di blob in ore da straordinario non pagato, sono sufficienti per farmi viaggiare per immagini la notte intera.
Nè potrò fare a meno dei programmi di informazione: da prendere con le pillole, da seguire saltuariamente, da spegnere (click!) appena stufano, anche da ignorare; ma non da eliminare. C'è qualcuno lì che lavora seriamente.
Nè mi potrebbe mancare
rai storia, canale con contenuti di valore inestimabile. E che dire di
current TV, che fa vedere ciò che nessun'altra televisione oserebbe? E di deve tacere della trasmissione metereologica che riesce ad intervistare le menti più eclettiche dei nostri tempi?
(Se poi passiamo alla radio, la perla di
radiotre ha un valore inestimabile: sono vent'anni che la sento, sono vent'anni che le devo alcuni degli stimoli culturali più notevoli.
Auguri per i sessant'anni di radiotre)
Certo, da anni ai tasti 4,5,6 del telecomando non ci sono più i canali mediaset; io, mia moglie e i miei figli non ne sentiamo la mancanza.
Mente sull'1 si forma spesso la polvere, presto lo dirigeremo su migliori lidi.
Il mezzo è pericoloso e ci si deve dotare di strumenti adatti per utilizzarlo bene; su questo sono d'accordo, il cervello non va lasciato in
standby quando la tele è accesa.
Giustissimo il potere del click; tanto quello di spegnere, quanto quello di accendere, e quello di scegliere; l'importante penso sia utilizzare la televisione come scelta e non come sottofondo, accenderla solo quando si sa che cosa si vuole guardare.
Anche se spesso la spengo e preferisco mettere le mani su una tastiera.
Click.