Un altro grido nel vuoto; un'altra volta cerco di portare la stanca attenzione dei lacassesi sullo scempio che si sta facendo dei nostri tesori; pensieri dolenti salgono alla mente.
L'ingresso dell'area umida è diventato deposito di materiali ingombranti.
E pensare che un tempo
c'era una strada di accesso, bella larga; oggi non c'è neanche lo spazio per camminare.
La nuova aratura dei campi ha consumato ogni centimetro di spazio disponibile e possiamo dire che oggi l'accesso all'area umida non esiste più. Il sentiero che collega le terrazze è stato cancellato.
I cartelli si stanno sbiadendo; alcuni sono caduti. I sentieri esistenti si sono persi, i ponticelli divelti.
Le terrazze' di legno stanno cedendo, è pericoloso avventuarsi in quelle che, solo qualche anno fa, erano oasi di pace in mezzo agli ultimi residui d'Italia del bosco planiziale.
Nel silenzio dei nostri amministratori, maggioranza e opposizione, romani e padani, abbiamo perso un tesoro che avevamo a disposizione.
Eppure basterebbe così poco per riacchiappare l'accordo con i proprietari che ne chiedeva lo spazio per l'accesso, per pulire l'area due volte l'anno, per fare quel minimo di manutenzione che salverebbe le minime strutture esistenti, per pubblicizzare questa ricchezza.
Stiamo imbastardendo la cultura del nostro territorio, barattando spazi col respiro dei millenni contro luridi interessi da trenta denari o, peggio ancora, semplicemento ignorando indolentemente ciò che di più caro possediamo.
Alla fine penso che in fondo ce lo meritiamo; che schifo.