E' finita anche questa interminabile giornata. Che dura.
Quando sono quasi alla fine mi prendono sempre i ripensamenti, del tipo: "ma chi me l'ha fatto fare...".
Per quale oscura ragione mi faccio coinvolgere in una coreografia di massa insieme ad altre 200 persone per arrivare alla fine a fare pochi minuti di flash mob ?
Lo so, c'è la suggestione del momento, l'emozione di quei pochi attimi di energia pura che compensano la fatica di ore passate a ripetere lo stesso passo, a pulire gli stessi passaggi perchè il tutto possa esprimere quello che si vorrebbe.
Ma, fosse solo per questo, non sarebbe abbastanza.
Quello che mi frega sempre sono le motivazioni che ci stanno dietro, sono le ragioni per cui nasce l'idea di fare il flash mob.
Come era stato per promuovere il salone del libro. "Essere gocce di cultura". Che bel messaggio da portare in giro.
Come è stato oggi 19 Novembre 2011, Giornata del dialogo interculturale, evento conclusivo del progetto "Giovani e intercultura: un anno di dialoghi".
Una giornata per parlare di intercultura, della campagna "L'Italia sono anch'io" che promuove una raccolta di firme a sostegno di due proposte di legge di iniziativa popolare per modificare le norme sulla cittadinanza e sulla partecipazione politica e amministrativa.
Perchè forse c'è qualcosa che non va se giovani nati e cresciuti in Italia, che parlano italiano e studiano e lavorano in italia non sono italiani.
Perchè per le nostre leggi non sono cittadini come gli altri, non hanno gli stessi diritti.
Se tanti stranieri che da anni vivono e lavorano in Italia, e pagano le tasse, non hanno diritto di partecipare alla vita politica del paese.
Cose che non si sanno, perchè molti sono convinti che basti nascere in Italia per essere italiani. Invece la nostra legge prevede il diritto di sangue, ius sanguinis, basta avere un genitore o un nonno italiano per avere la cittadinanza, ma non serve nascere in Italia, nemmeno da genitori nati e cresciuti in italia, ma stranieri, per essere italiani. Non è un paradosso ?
Eppure ci sono tantissimi giovani che si sentono parte di questa comunità, che non chiedono altro che essere riconosciuti come tali, con gli stessi diritti e gli stessi doveri.
Sono convinta che può esistere un'Italia migliore, multietnica e accogliente, diversa da quella immigrato = straniero = delinquente che vogliono farci credere.
Provate a vedere il film "18 ius soli" (qui sotto il trailer) in cui tanti giovani, aspiranti italiani, si raccontano.
Forse è ora di pensare che le cose devono essere diverse e che certi cambiamenti possono arrivare solo dal basso, da tante voci diverse messe insieme per parlare la stessa lingua.
Ben vengano le leggi di iniziativa popolare, certi cambiamenti possono solo avvenire passando attraverso la quotidiniatà di ciascuno, non possono essere calate dall'alto.
Piccoli passi, il tempo di un flash mob, per raccogliere le energie e provare a smuovere le montagne.
Infine, un piccolo concorso: il primo che mi dice dove è fatta la foto della bandiera vince una maglietta di Generazione Intercultura.
Per approfondire:
Presto su YouTube il video del flash mob