Viviamo tempi brulicanti di novità tecnologiche: impossibile tenerne il passo, utile cercare di farsi un'idea sulle direzioni del cambiamento. Nella quieta calma agostana i quotidiani spesso infarciscono le pagine culturali di riferimento alle (cosidette) nuove tecnologie, spesso con contributi assai più utili delle fruste polemiche politiche di periodi più 'caldi' politicamente ma non metereologicamente.
Google
sta cercando di costruire una 'sua' rete, ipotizzando un'internet a due velocità: veloce per chi paga, più lenta per chi non paga. Un po' come i treni: alta velocità per chi paga, treni da far west per i pendolari.
Uno schiaffo alla net-neutrality, alla neutralità della rete, cioè a ciò che ha fatto diventare internet ciò che è, la più grande rivoluzione culturale degli ultimi secoli; uno schiaffo alla stessa fonte del successo di Google. Noi conosciamo bene, nel nostro paese, cosa vuol dire avere una rete lenta. E' un (altro) modo per dividere il mondo in ricchi e poveri, per aumentare il digital divide, il divario digitale, tra chi può permettersi di sapere le cose e chi no. Non temete: già i Robin Hood digitali sono all'opera, sia sotto forma di Hacker che rubano (banda) ai ricchi per darla ai poveri, sia sotto forma di veri e propri partiti: in nordeuropa il partito pirata (si chiama proprio così) lotta per questo.
Nota: in Italia abbiamo la rete più lenta d'europa e i prezzi più alti.
Murdock, il magnate della TV satellitare Sky, fa causa a Skype, il programma per telefonare e chattare su internet. Il motivo: il magnate dice '
la parola cielo è mia', 'sky' lo posso usare solo io. Questo grida vendetta, s'ode alto il grido delle schiere dei poeti, degli autori di canzonette e dei sempli romantici: come si può brevettare il cielo? Brividi mi percorrono la schiena al pensiero che qualcuno voglia impadronirsi delle parole, penso a Leopardi e al suo pastore errante mentre stende il verso 'Che fai tu, luna, in xxxx? dimmi, che fai,Silenziosa luna?' e si preoccupa di copyright infringement.
Ancora Google: dobbiamo dire addio all'anonimato in rete. Questo è un altro passo verso il controllo totale delle persone, tanto più grave quanto più si pensa a quanto già siamo controllati oggi che l'anonimità in rete esiste: pensate ai cinesi che riescono a fuggire alle maglie della censura o ai giornalisti in regimi totalitari. Ancora, speriamo nel partito pirata, speriamo che si espanda nel mondo, speriamo che qualcuno in Italia ne difenda i principi. Forse i Grillini? Forse l'unico politico che ne parla (Fiorello Cortiana, Verdi)? Forse il Pd? (ahi, ahi, ahiiiii, che dolore, che male, che sofferenza... sono sideralmente lontani da questi temi)
Non certo il BeluscOne e compagni di merende, che agicono in senso opposto: ricordate quando ha detto che bisogna controllare Internet?.
Altro Google-caso: il governo tedesco contro Street View, il sistema che fotografa vie e strade. Ufficialmente per motivi di privacy perchè si vedono le persone (fate la prova: in via lemie 49 a Torino
vedete mio suocero al balcone!), in realtà perchè si è capito che il dato è una ricchezza, ed i tedeschi vogliono avere loro il dato e non lasciarlo ad altri. Tra i primi, i tedeschi si sono accorti che in futuro la potenza di uno stato non si misurerà con la ricchezza fisica, ma da quante informazioni ha in possesso, delle quali la ricchezza è un effetto. Mentre noi ci crogioliamo di poter usare servizi gratuiti 'solo' in cambio dei nostri dati personali... ogni volta he date il vostro nome o l'e-mail a qualche sito state pagando, arricchendo il sito; ogni volta che scrivete un post su facebook contribuite ad arricchirne il proprietario e il PIL americano. Non è un delitto, basta esserne consapevoli.
Libri:
gran successo degli e-book, i libri elettronici. Nicholas Negroponte: 'come già la pellicola e le cassette i volumi di carta sono destinati a rimanere vivi per una nicchia di persone, con la stragrande maggioranza che passerà a fruire dei libri in forma digitale.'
Si parla della fine della carta entro 5 anni, mentre Umberto Eco vede una convivenza tra libro di carta e e-book. E' facile prendere posizioni pro o contro, un po' meno cercare di capire come ci cambieranno la vita i libri elettronici; perchè, statene sicuri, ce la cambieranno comunque. Possiamo anche rifiutarci di utilizzarli: già questo è un cambiamento. Ho fatto un'esperienza di lettura solo su e-book per qualche settimana, spero di poterne scrivere presto.
Conclusioni: la rete è il più bel fiore nato nel passaggio tra i millenni, ma l'uso che se ne fa può essere disastroso per la comunità degli umani. L'antitodo è evitare qualsiasi rifiuto preconcetto, esserne utenti consapevoli, cercare di capire ciò che succede, essere parte attiva nel definirne il destino, utilizzarla per il bene della comunità degli umani e del nostro paese, capirne l'immenso potenziale ed utilizzarlo al meglio. Come per gli acquisti, preferire le realtà artigianali (come questo sito!) piuttosto che spendere il proprio tempo e i propri dati per le multinazionali con il solo scopo di massimizzare gli utili.
In poche parole, nulla di nuovo dal fronte della democrazia.