Le lasagne (della mamma)
Jacopo Finelli
Mia madre (vegetariana) cucina quasi sempre la pasta accompagnata con qualche verdura; per questo sono felice quando prepara le lasagne al pesto.
Questo piatto mi rallegra anche perché la mamma lo fa benissimo: entrando in cucina inizia gustarti subito una parte di lasagna usando il naso.
Vieni attratto da un odore entusiasmante di pesto fresco che diventa l'unico elemento presente nella stanza, anche se solo per un esile ma allo stesso tempo giocoso attimo; sei attirato dallo sfrigolare del fuoco che scoppietta nella stufa danzando come per festeggiare le lasagne e ti viene una pazza voglia di... di ballare e di saltare, ecco. Poi sei tentato dall'andare verso il forno, trascinato dall'impulso di lasciare la soglia a patire mentre tu gusti quella leccornia e quando senti il campanello suonare corri slanciato a lavarti le mani e mentre ti siedi su una vecchia sedia di legno che quella sera diventa un trono fastoso e morbido le pregusti con gli occhi. In quell'istante le lasagne scivolano nel piatto che di solito ti presenta cavolfiori, broccoli, sedani rapa e carciofi: gli strati di pasta sfoglia e la besciamella mescolata al pesto ti rapiscono e inizi a sbavare tanto che durante la preghiera un rivolo di bava cade nel piatto e tu non aspetti altro che la parola “Amen” ber ingozzarti a volontà.
Quando la tua bocca inghiotte come un forno il primo boccone “rinasce il sole”: vedi e senti suonare le campane della chiesa, tocchi la stella polare con una mano, poi precipiti in un campo da calcio e fai goal alla finale di coppa del mondo in onore delle divine lasagne che hanno appena fuso le tue papille gustative, che in festa corrono spensierate con il fuoco della stufa.
Riesci a dire solo tre parole, parole infantili, insignificanti e semplici ma per me sacre: Ne Voglio Ancora
Commenti