Dopo il successo di Poesie antirughe, Alessandra Racca torna con le sue poesie scanzonate, appassionate, femminili, pop, confermandosi come una delle voci più originali e sorprendenti della poesia contemporanea.
C'è sempre il rischio di fare un'indigestione: d'amore, certo, ma soprattutto di vita. E c'è il rischio che il tutto si piazzi proprio lì, a metà tra il cuore e lo stomaco. Che poi ci si mette il tempo, la routine, i ricordi, le scelte fatte; i mille ripensamenti, le altrettante illuminazioni: piccoli accenti di tante giornate, che a metterli insieme non esce una frase. Se non la poesia più inaspettata, divertita, intelligente.
Alessandra Racca lo sa, che la vita si insinua dentro le pieghe del corpo e andarla a snidare significa ritrovare se stessi dove meno te l'aspetti: nella pancia tonda di un papà che non entra in una poesia, in un mercoledì mattina che siamo a scuola mentre nostra madre è a casa da sola, in un cocktail con cannuccia blu, in tram mentre nevica, nello strofinare il water, nel lievito che vince la forza di gravità, dentro le tasche di un cappotto, nel bagno di una stazione, in un'ode allo schifo, sul cuscino di una separazione o nella foto di un incontro.
Magari non ci aiuteranno nella digestione, ma di certo le sue sono poesie per chi ha appetito, per chi non ha voglia di restare a digiuno.
Alessandra Racca, torinese, conosciuta sul palco e sul web come la "Signora dei calzini". Appassionata di poesia performativa, è organizzatrice, presentatrice e concorrente di numerosi poetry slam; dal 2008 porta i suoi reading in giro per l'Italia. Le sue poesie sono state pubblicate in rete, in antologie collettive Bastarde senza gloria, (2013, Sartoria Utopia), nelle raccolte Nostra signora dei calzini (2008, Ed. Seed) e Poesie antirughe (2011, Neo Edizioni). Il suo blog è www.signoradeicalzini.it