Balme, dai bagliori dell'incendio alla luce della luna
Gianni Castagneri
Forse non tutti ricordano che, con la fine del millennio Balme aveva completamente esaurito i benefici che avevano caratterizzato per almeno un secolo la sua forte vocazione turistica: chiusi gli impianti di risalita, chiusa la pista da pattinaggio su ghiaccio, chiuse molte attività alberghiere e commerciali. Durante l'estate gli unici ristoranti erano al Pian della Mussa. L'alluvione dell' ottobre del Duemila sembrò dare un'ultima spallata.
Mentre tutto sembrava finire, si pensò di partire proprio dal nulla. Con poche lire e l'aiuto dei volontari del Cai si segnalò un percorso per le ciaspole nel vallone Servin. Poca cosa, pochi gli appassionati di ciaspole in quei tempi, comunque un segnale. Per alcuni anni la ricostruzione post alluvione concentrò le forze e le risorse, ma ben presto si pensò che proprio il Pian della Mussa d'inverno potesse diventare il simbolo e il traino di un rilancio turistico invernale. Con un vecchio battipista si prepararono percorsi per lo sci da fondo, per i pedoni e i ciaspolatori, cercando di costruire un'organizzazione che ebbe poi un positivo riscontro.
I finanziamenti per le Olimpiadi di Torino fecero il resto, e sia pure attraverso un iter lungo e complicato si arrivò a costruire un nuovo impianto di risalita per principianti e una bella pista per il pattinaggio su ghiaccio. Al Pian della Mussa intanto, ben due gestori di rifugi pensarono di tenere aperto anche durante la difficile stagione invernale. Nel 2010 infine, il comune a proprie spese, decise di acquistare un nuovo gatto delle nevi per garantire la battitura e un miglior servizio della pista della Mussa.
Tutto questo dinamismo supportato da positivi e ripetuti articoli sui giornali, ha certamente contribuito a far crescere l'affluenza dei turisti e degli sportivi, ma certamente non ha ancora arricchito nessuno nè, forse, mai lo farà.
Per questo risulta troppo grande il gesto criminale dei giorni scorsi. Il turismo balmese, specie quello invernale, non fa ombra a nessuno, è una piccola cosa che talvolta funziona bene, altre volte meno ma che sopravvive sulle gambe di pochi amministratori, di volontari e di imprenditori coraggiosi che lavorano per un futuro migliore, ci credono, spendono tutte le proprie energie per un futuro i cui i frutti, se ci saranno, potranno essere raccolti dai propri figli.
Danneggiare tutto questo può significare un ritorno ad un passato che tutti vorremmo dimenticare perchè i molti che lo hanno subito hanno lavorato assiduamente perchè fosse superato.
Fermare questa "primavera balmese" vuol dire bloccare lo sviluppo e la vivibilità di Balme come di tutta la valle.
Queste azioni possono fermare progetti, ambizioni, sogni: non succederà.
Altri progetti importanti, sia pure in fase embrionale e magari di difficile attuazione sono in cantiere.
Le difficoltà hanno prodotto anticorpi che riusciranno anche stavolta a prevalere. Il processo virtuoso di Balme proseguirà il suo irto cammino perchè lo dobbiamo a chi ci ha preceduto e soprattutto a chi verrà dopo di noi. Ci saranno sempre momenti migliori alternati ad altri peggiori ma la differenza la faranno sempre le persone con il loro impegno, l'entusiasmo, la voglia di costruire e non di distruggere.
A Balme si può fare di meglio con il concorso di tutti e si vuole fare di più come certamente può accadere in tutte le nostre valli.
A illuminare le fredde e silenziose serate invernali non saranno certamente i bagliori di un macabro incendio ma, come da sempre accade, sarà la luna piena, come un premio, a regalare la sua luce più bella.
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