Triste giornata quella in cui arriva una diffida alla pubblicazione di qualcosa; triste per l'intera comunità che si vede offesa dal non poter 'vedere' uno scritto, ha il sapore della censura.
Suona triste perchè una cosa è ragionare nel merito delle questioni, un'altra vietarne la diffusione dell'informazione. Divieto al quale ho prontamente ottemperato eliminando il contenuto 'incriminato' appena notificato; divieto sterile e incomprensibile perchè tutti sanno che nella
cache di google la stessa pagina è prontamente ritrovabile.
Non voglio qui ragionar del
merito dell'iniziativa proposta, della sua liceità e riferimenti legislativi
(*); mi interessa invece condividere con i lettori il
metodo che è stato usato colpendo direttamente e senza preavviso il gestore del sito.
Immagino che la polizia municipale agisca dietro richiesta di una autorità dalla quale dipende come esecutore di una richiesta e quindi non sia direttamente responsabile del provvedimento di diffida; provvedimento il cui testo
vedete pubblicato in altra sede e sul quale è bene soffermarsi.
Innanzitutto colpisce direttamente il gestore del sito e non l'autore dello scritto; qualto dicevamo su Assange e Wikileaks si dimostra clamorosamente vicino: non si colpisce chi crea informazioni, ma chi le pubblica. Anche in questo caso, il nostro sito è un bel laboratorio.
E' interessante vedere come il provvedimento inizi con il nome del 'diffidato' e termini... curiosamente con un altro nome. Potete scorrere il documento fino al fondo e vedere il nome del file scritto in calce: non vi pare curiosa questa differenza?
Posso immaginare che sia stato fatto un grossolano errore nell'invertire i nomi; in tal caso sarebbe triste scoprire che un provvedimento che mi colpisce direttamente e coinvolge il mio ambito professionale sia dovuto a disattenzione; se questo fosse il caso mi aspetto un'azione correttiva. Se invece è esatta l'impostazione data è perlomeno originale la fantasia nell'attribuire i nomi ai files e diffide ai gestori di siti.
Sempre al fondo trovate la data: il 31 maggio; oggi che ho letto il documento è il 7 di giugno. Sono passati sette giorni, l'oggetto è 'comunicazione urgente'.
Nel testo si scrive che l'invito alla vietata festa è a firma di mia moglie ma il diffidato sono io. Diffidato da che cosa? L'
"ufficio scrivente" mi diffida:
1 -
alla pubblicazione dell'invito di cui sopra (lo scritto di Laura) - Non mi interrogo sulla correttezza dell'italiano, comunque agisco subito e lo tolgo dal sito. Porto avanti il sito per la comunità, non per cercar grane. Verifico che ci sono
centinaia di siti che propongono iniziative analoghe.
2 -
allo svolgimento in data 21 giugno, giornata interessata dalla consultazione referendaria, ... di che cosa? non si capisce. Sono diffidato dallo svolgere i referendum, cioè non posso votare? Sono diffidato dallo svolgere l'invito di cui sopra, cioè
io non posso partecipare a quanto proposto da Laura? Sono diffidato di
svolgere l'attività descritta, cioè di organizzarla e metterla in opera? Ma non sono io il proponente, è stato appena scritto qualche riga sopra.
Al termine c'è una
messa a disposizione dell'ufficio per i chiarimenti; interpellato l'ufficio risponde gentilmente e prontamente e mi dà alcune spiegazioni sui contenuti della
diffida, della quale comunque non capisco i termini e rinvio ad un successivo chiarimento
di persona.
Alla fine resta l'amaro in bocca per una diffida scritta nero su bianco che probabilmente non aveva senso di esistere; in un paese come il nostro sarebbe bastato un accenno verbale da parte di chi ha 'istruito' la polizia municipale per evitare qualsiasi complicazione. Si è preferito agire d'impeto a suon di diffide; non ne conosco la ragione, anche se registro nei nativi di La Cassa una saltuaria difficoltà nella comunicazione diretta tra persone umane a favore di azioni improvvise di una crudeltà che a me resta inspiegabile.
(*) Difendo in pieno la liceità dell'evento organizzato in quanto non propagandistico, ma festa della democrazia e del voto; avremo altri spazi per parlarne. Un lettore del sito ha fatto notare che a pochi metri dal seggio elettorale si svolge in periodo elettorale, ed ogni domenica mattina, una riunione di persone non autorizzata dalla polizia municipale in periodo elettorale e organizzata da una autorità che invita esplicitamente a votare sì al referendum. Nonostante tutta la sensibilità che posso provare per chi trova luce e speranza in quella riunione, mi aspetto che ne venga vietato lo svolgimento.