L'
area umida di La Cassa è luogo veramente particolare e ci dirigo i miei passi sempre volentieri; soprattutto in seguito i lavori di sistemazione richiesti alla (ex) Comunità Montana dal comune di La Cassa, come riportato nella rivista ‘La Cassa voci e notizie' dell'amministrazione comunale. E' un piacere vedere l'area risistemata, tranne per una nota negativa come riportato nell'ultima foto.
In particolare in questi giorni vicini al solstizio d'inverno, il giorno più ‘corto' dell'anno, è ancor più bello camminare tra la vegetazione a riposo che lascia spazio alla vista; quello che d'estate è un intricato sottobosco d'inverno lascia correre la vista ad immaginare spazi ampi e segreti.
Il pensiero corre al sostizio d'estate, la notte di San Giovanni, e spazia sulla polarità che i due solstizi propongono; questa polarità che è metafora del nostro stesso vivere (sistole-diastole, inspiro-espiro, giorno-notte, juve-toro)
In questo solstizio la morte della luce, il sole che sembra non risalire più, ricomincia invece la sua corsa verso l'alto del cielo, simbologia da cui traggono vita tutte le tradizioni religiose invernali, Natale compreso.
Nel solstizio d'estate la simbologia inversa: il sole che in primavera ha dato vita, che è sempre aumentato, che è diventato baldanzoso e forte trova il suo massimo, comincia a diminuire il suo giro; anche se ci darà le note estive di luglio e agosto già sappiamo che in realtà le forze della luce vanno scemando, e da qui partono tutte le simbologie che vedono qualcosa di demoniaco nella notte di San Giovanni, la notte delle tenebre...(concetti che avevo cercato di
mettere in foto)
Pure tornano a solleticare la mente simbologie antiche, come quelle astrologiche, che vedendo nella natura e nell'Uomo un'identità profonda legano i segni del Capricorno e del Cancro a questi due periodi. Nel primo il seme sepolto affronta il periodo più difficile, tutto sembra essere contro: serve forza e decisione pratica per affrontare il gelo mortale, una certa dose di aggressività e poche concessioni ai sentimentalismi (ahi, il segno di mia moglie...). Nel secondo la natura è appagata dalla maturazione dei frutti, il raccolto è imminente, si spengono gli impulsi aggressivi, si attenuano la forza di decisione e il rigore razionale, in questa fase languida si accentuano i valori affettivi... E qui mi piacerebbe ragionare dei segni degli equinozi, ma andiamo un po' lontano dall'area umida; chissà che non riesca a tornarci proprio al prossimo equinozio!
Camminando con pensieri caldi dentro piedi freddi alzando lo sguardo si vede che la luce invernale si propone con i suoi scenari da favola nordica: tutti i toni dei grigi, contrasti netti e ombre lunghe, un ambiente ideale per fotografare; l'inverno è la mia stagione fotografica preferita.
In questa stagione le terrazze si possono vedere anche da distante; già venendo da San Gillio verso La Cassa, prima di iniziare la salita, se si lascia vagare lo sguardo a destra si può intravedere, a destra di cascina Santa Ida, la ‘Terrazza dei Pioppi' e l'imbocco di quella delle Querce e di quella degli Ontani.
Camminando per la stradina che costeggia la cascina in fretta si arriva all'area; dispiace che non sia segnalato un luogo così importante per il tipo di ambiente che svela, ma d'altro canto c'è l'intima soddisfazione di poter frequentare un luogo magico, da fiaba, sconosciuto ai più e a due passi da casa, sempre a disposizione per una passeggiata che rinfranca l'anima.
I lavori eseguiti hanno pulito dai rovi gli ingressi e i camminamenti, hanno sistemato alcune assi malferme, hanno ridato un aspetto pulito all'ambiente intero; speriamo che venga manutenuto come necessario.
Le geometrie delle terrazze in legno ben si inseriscono nell'ambiente; mi sembra un bel tipo di antropizzazione di un ambiente naturale che integra i manufatti con la natura; le linee descritte dai chiaroscuri e dai bianconeri di questa stagione esaltano ancora di più questo aspetto.
Penso che l'area umida potrebbe essere candidata a diventare uno dei luoghi-simbolo di La Cassa; mi piacerebbe fosse inserita in un percorso ideale che, a partire dalla parte alta del paese scenda verso il Converso, quindi costeggi il Ceronda, infine arrivi all'area umida.
A termine vorrei ringraziare chi ha istituito e sorretto il parco della Mandria; solo grazie a queste illuminate persone dei secoli scorsi possiamo permetterci di avere vicino a casa zone così belle; pensando che tutta la cintura di Torino (Beinasco, Settimo, Orbassano, Grugliasco, etc) un tempo era così e oggi è diventato tutto ferro, cemento e centri commerciali mi vengono i brividi a pensare che qualcuno, un giorno, possa pensare che l'area umida sarebbe un ottimo insediamento per villette a schiera...