Cultura e partecipazione a La Cassa

diego finelli


Succede sempre così: incomincio a preoccuparmi dieci giorni prima e poi, un giorno via l'altro, peggioro.

Avremo dato abbastanza volantini?

Le locandine formato A3 saranno state messe per tempo? Si vedono bene? Forse dovevamo farle più grandi ...

Dovevamo distribuire gli inviti fuori dalla chiesa, al mercato, alla scuola materna, al parco giochi?

E l'ansia aumenta col trascorrere dei giorni: devo scrivere a quella mailing list, devo ricordarlo alle biblioteche dei paesi vicini, devo mettere un'altra nota (la terza) sul sito ...

 

Poi viene la sera, quella dell'incontro, e dopo un pensiero dell'ultima ora  - ... forse avremmo dovuto fare il giro del paese col megafono? – ci troviamo in salone.

 

Nello specifico mercoledì scorso siamo andati in salone un'ora prima, a parlare con i responsabili e gli assessori delle biblioteche vicine per organizzare qualcosa insieme per settembre. Bene, ho pensato, così ci sono già sei persone, sei persone in più a fare pubblico. E invece.

 

E invece alle nove e cinque continuavamo a essere solo noi sei, quattro dei quali non si sarebbero neanche fermati.

 

Panico: non viene nessuno.

 

Il panico è durato solo cinque minuti, però, perché l'ospite era in ritardo e dopo un po' è iniziata ad arrivare gente. Tanti? No. Pochi? Neanche. Eravamo una quarantina, credo. Il doppio di quanti erano presenti (così mi hanno detto) ad incontri analoghi a questo, in biblioteche molto più grandi della nostra.

 

Bene, cosa è successo quindi. E' successo che circa quaranta persone nel nostro piccolo paese hanno goduto della compagnia e della conoscenza di un uomo di cultura di grande spessore: Ernesto Ferrero.

Accompagnato e intervistato dall'ottimo Stefano Gobbi, a mio parere un vero talento, Ferrero ha sì presentato con dovizia di particolari la trama e l'ambientazione del suo ultimo romanzo, soffermandosi quindi su aneddoti e descrizioni interessanti e divertenti della vita di Emilio Salgari, ma ha soprattutto intrattenuto i presenti con un modo di fare e una capacità affabulatoria davvero speciali. Credo non capiti tutti i giorni di incontrare persone di un tale spessore culturale e nel caso di Ferrero ciò che più ha sorpreso è stata l'affabilità e la semplicità con cui è capace di raccontare e di raccontarsi.

 

Alla fine della serata molte persone hanno atteso con pazienza il proprio turno per farsi firmare una copia del libro e per fare due parole a tu per tu con l'autore. Dal mio punto di vista è stato bello, in particolare, vedere in coda sia l'attuale che il precedente assessore alla cultura di La Cassa: un bel segno.

 

Bello esserci insomma, vincere magari la pigrizia di un mercoledì sera in cui si è arrivati a casa stanchi dopo una giornata di lavoro, per provare a fare qualcosa di diverso da accendere la tele o anche dal leggersi un libro da soli nella propria stanza. Le volte che si riesce a farlo, a uscire per incontrare persone e cultura, di solito, si torna a casa più soddisfatti.

 

Grazie a chi c'era e grazie a tutti i volontari della biblioteca di La Cassa senza i quali la biblioteca e le iniziative che promuove non esisterebbero.

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